“Dopo aver messo il cappotto è comparsa la muffa perchè la casa non respira”
È giusta questa affermazione ?
No! Ma cerchiamo di capire. Non è raro sentire da persone intenzionate alla posa di un cappotto pensare che questo fenomeno si verificherà sulla propria abitazione. Sembra anche che la “giustificazione” della casa che non respira abbia un certo senso.
Bisogna allora capire il concetto di casa che respira. Si potrebbe con un esempio paragonare la casa al nostro corpo, la pelle costituisce l’involucro della casa, cioè muri e copertura, mentre le finestre e le aperture in generale rappresentano naso e bocca. Fatta questa distinzione fra muri e finestre si capisce subito come il respirare della casa avvenga attraverso le finestre dalle quali entra ed asce l’aria, umida in uscita, e generalmente più secca in entrata come dalla bocca. I muri ed il tetto come la pelle hanno la funzione di traspirazione ovvero, non passa aria ma, attraverso la loro superficie viene assorbita e riceduta umidità all’ambiente interno. Da qui si capisce come il cappotto esterno non blocca i ricambi d’aria negli ambienti.
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Vediamo ora di capire il concetto di muffa sulle murature. La muffa non è altro che un proliferare di microrganismi che si sviluppano quando ci sono le condizioni favorevoli e cioè principalmente quando vi è presenza di umidità sotto forma di condensa. Ma da dove viene l’umidità? L’umidità è presente nell’aria e quando l’aria interna trova una superficie fredda condensa su di essa. Il classico esempio è il vetro della finestra appannato all’interno. Il vetro quindi costituisce una superficie fredda sulla quale l’aria condensa, ci sono anche alte superfici fredde perimetralmente nella casa che sono ad esempio i pilastri in cemento armato o murature con scarsa capacità isolante. Queste sono superficie a rischio per la formazione di muffa quando nell’abitazione l’umidità aumenta.
Ma torniamo al cappotto. Realizzando un cappotto perimetrale esterno, le murature interne rimangono più calde e quindi si riduce il rischio di condensa superficiale e quindi di formazione di muffa. Cosa succede però in certi punti localizzati dove non è stato realizzato il cappotto a causa di difficoltà architettoniche? E’ il caso ad esempio dell’attacco della soletta del balcone con il muro, in questo punto c’è un’interruzione dell’isolamento con conseguente passaggio di freddo all’interno dell’abitazione attraverso il cemento armato. Altro esempio potrebbe essere nel punto di collegamento fra tetto e muro, anche qui il cappotto si ferma e lascia scoperte delle zone che portano il freddo all’interno del muro. Stessa cosa può succedere anche per il piano terra dove il cappotto non viene posizionato nella parte sotto il livello del pavimento interno, in questo caso il muro perimetrale rimane a contatto con il terreno perimetrale e rimane freddo. Anche il ridotto spessore del cappotto non consente di correggere il grado di isolazione del cordolo in cemento armato perimetrale al soffitto della stanza.
Il cappotto quindi se non posizionato correttamente e di adeguato spessore, può estremizzare il rischio muffa in certi punti localizzati. Sarà compito di un’attenta Direzione Lavori curare, in accordo con chi eseguirà i lavori, correggere questi ponti termici attraverso un’analisi specifica. Riporto di seguito un caso di cappotto interrotto in corrispondenza del solaio di copertura. L’analisi mostra nella figura di sinistra i flussi termici (il calore) che migra dall’interno dell’ambiente verso l’esterno e nella figura di destra il conseguente abbassamento della temperatura nella parte di muro con l’ attacco del solaio.
Queste attente valutazioni sono importanti anche per determinare i corretti valori di isolamento termico richiesti dalla normativa per usufruire delle agevolazioni fiscali. Non basta che si realizzi un generico cappotto, ma anche che risponda a determinante prestazioni termiche in funzione della muratura sul quale è applicato e dei ponti termici che si vanno a correggere.
Eesempio di ponte termico non risolto
Cappotto e tipo di muro
Quanto esposto riguarda solamente l’aspetto dell’umidità dovuta alle condizioni climatiche termo-igrometriche dell’ambiente interno ed esterno che determinano le condizioni per la formazione di muffa e/o condensa sul muro. La traspirabilità del muro in questo caso è intesa come capacità della parete di assorbire e cedere umidità all’ambiente interno mettendosi continuamente in equilibrio igrometrico.
Vi sono però altri fenomeni che interessano il muro sotto l’aspetto della traspirabilità intesa come fenomeno che richiama la necessità di far “asciugare” un muro che presenta evidenti fenomeni di bagnato. I fenomeni in gioco sono la presenza di umidità per cause diverse dall’aspetto termo-igrometrico come ad esempio tubazioni che perdono, dilavamento dovuto alla pioggia o la risalita dalle fondazioni per capillarità. Proprio su quest’utima causa si dovranno fare delle specifiche considerazioni che tengano in considerazione il tipo di muro ed il materiale con cui è costruito per porre in atto rimedi specifici di risanamento che favoriscano la migrazione dell’acqua ed il controllo sulla formazioni di sali.
Compresi tali fenomeni la scelta del tipo cappotto potrà essere più oculata e dare maggiori garanzie di efficacia rispetto al problema che si vuole risolvere.
In commercio ci sono materiali diversi per il cappotto: EPS, XPS, Vetro cellulare, fibre minerali, fibre di legno, calcio silicato, ecc. ognuno con specifici valori di trasmittanza termica a resistenza alla diffusione del vapore e/o permeabilità all’acqua che dovranno essere calcolati ed impiegati con consapevolezza.
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buongiorno, volevo ringraziarla per avermi chiarito questi concetti
C’è sempre esigenza di chiarimenti sul concetto dell’edificio che non respira. La fisica edile ci mette a disposizione utili strumenti per analizzare i problemi di muffa e condensa sulle murature.
Buongiorno
ho fatto un cappotto in eps spessore 6 cm al soffitto esterno di casa mia, al di sopra ce una terrazza ora mi ritrovo in inverno il soffitto che segna con aloni bagnati su tutte le giunte, quasi sicuramente è condensa…..la soluzione spero sia quella di praticare dei fori per far girare aria o sbaglio?
Grazie in anticipo
Cesare
Se pratica dei fori nel cappotto al soffitto dovrà comperarsi un ombrello!
Al di la della battuta, il problema insorto con questo intervento è di facile comprensione, si tratta di condensa interstiziale. L’aria calda carica di umidità, presente nella stanza, ha incontrato uno strato freddo, cioè il solaio, e li ha condensato. Mi piacerebbe approfondire il fenomeno e ipotizzare una soluzione.
Continuo il discorso privatamente al suo indirizzo e-mail
Buon giorno geom. Pedrotti anche noi abbiamo appena messo il cappotto interno e negli angoli è bagnato e addirittura come accumula Umidità gocciola.. Come possiamo fare per evitare?
La posa di un cappotto interno va valutata molto attentamente, specialmente in edifici con serramenti nuovi o molto buoni per quanto riguarda la tenuta all’aria. Se il fenomeno che descrive è dovuto a condensa superficiale per effetto di ponti termici è molto probabile che il cappotto interno non sia stato correttamente progettato oppure che le condizioni di umidità interna sino oltre il normale. Ogni fenomeno di umidità o condensa va analizzato “mettendoci le mani” perchè negli edifici, in generale, ci sono sempre delle particolarità che un occhio esperto potrebbe vedere.
Egregio Geom. Pedrotti,
Le chiedo, come fa a disinformare i visitatori della Sua pagina, che ignari della tematica da Lei esplicata, “alcuni” ci credono come degli allocchi. Provi a mettere un impermeabile (magari d’Estate) e attendi una mezz’ora, dopodichè verifichi quanto ha sudato,…..eppure, secondo Lei è sufficiente respirare con la bocca, il naso e le aperture in generale…..
Grazie per la sua opinione che mi permette di approfondire il concetto esposto.
Al di la delle metafore della pelle e della bocca si tratta di capire che lo smaltimento dell’umidità interna avviene in minima parte per diffusione (traspirazione) attraverso le strutture mentre avviene principalmente attraverso i ricambi d’aria.
Il secondo concetto riguarda il cappotto esterno. La posa di un cappotto esterno non aumenta il rischio di formazione della muffa e/o condensa sulle pareti perché si pensa erroneamente che faccia “ristagnare l’aria interna”. Tuttavia una scorretta posa del cappotto accentua i ponti termici e di conseguenza aumenta il rischio muffa e/o condensa.
Resta pur sempre valido che l’utilizzo di materiali traspiranti è sempre auspicato soprattutto per le superfici interne. Sono infatti i primi centimetri della parete interna che regolano il comfort termo-igrometrico dell’ambiente. Particolarmente efficaci sono gli intonaci di terra cruda-argilla che hanno la proprietà di assorbire e cedere umidità.
La questione dell’umidità e del cappotto richiede un approfondimento attraverso concetti di fisica edile che richiedono un’esposizione più ampia. Ma vorrei aggiungere anche che, oltre ai fondamentali concetti di fisica tecnica, ogni edificio va calato sulle soggettive aspettative di comfort del committente aprendo gli orizzonti sugli aspetti della bioedilizia e della sostenibilità ambientale.
Se desidera una trattazione più scientifica del fenomeno può consultare l’ampia letteratura disponibile, in particolare le suggerisco Le guide pratiche del Master CasaClima – Umidità e tenuta all’aria – curato da Cristina Benedetti e Peter Erlacher.
Complimenti per l’aplomb con cui ha risposto a un messaggio volutamente provocatorio, e grazie per l’articolo anche se bene o male sapevo già queste cose mi ha dato piccoli spunti per approfondire
Buongiorno,
su un edificio esistente, prima della posa del cappotto e’ opportuno eliminare la finitura esistente (che allo stato si presenta uniforme e senza cavillature) o si può addirittura applicarvi i pannelli ?
grazie
Si può applicare sulla finitura di intonaco esistente se non è fatiscente in quanto il cappotto viene tassellato alla muratura sottostante. Si valuti eventuale presenza di efflorescenze di sali dovuti all’umidità di risalita che andranno rimosse e possibilmente bloccate per il futuro. Si consiglia la posa di un “sistema cappotto” cioè pannelli, colla, tasselli e finiture varie dello stesso produttore. Ricordo sempre che è di fondamentale importanza curare il taglio dei ponti termici risvoltando per quanto possibile il cappotto sulle spallette delle finestre. Non risparmiare sullo spessore, un paio di centimetri in più costano poco e il riscontro in termini di risparmio energetico e sensibile. Considerare gli incentivi fiscali che attualmente vanno dal 65% al 75%, è obbligatoria la dichiarazione ENEA e relativa comunicazione al comune.
Buongiorno, La ringrazio per avere trattato l’argomento della posa del cappotto che anche nel mio caso è di attualità in quanto in futura discussione nel mio condominio; potrò così riportare quanto da Lei esposto come contributo alla questione.
Grazie, tenga conto che nel caso di interventi di coibentazione del condominio con cappotto ci sono importanti incentivi fiscali. Cerchi sul sito dell’Agenzia dell Entrate la guida aggiornata alla riqualificazione energetica
Buonasera,
La ringrazio infinitamente per le informazioni che mi ha fornito. Ho bisogno di un consiglio, ho fatto una ristrutturazione con cappotto termico esterno nel 2014, a distanza di 5 anni nella parete a nord trovo degli aloni scuri di umidità. Aggiungo che in corrispondenza della parete c’è un bagno usato poco e quindi il riscaldamento non viene utilizzato. Come posso rimediare a questa cosa? Sia esteticamente che dal punto di vista funzionale?
Buongiorno,
mi pare di capire che nella stanza da bagno vede sulla parete a nord una evidenza di umidità e vorrebbe eliminarla facendo in modo che il problema non si ripeti.
Innanzitutto occorre capire se si tratta di umidità dovuta da condensa superficiale a causa delle condizioni climatiche presenti nella stanza oppure se si tratta di un tubo rotto (magari del bagno sopra) che perde acqua.
Per capire questo dovrei vedere e toccare con mano il fenomeno, tuttavia posso darle delle i indicazioni di massima.
Se si tratta di un tubo rotto non resta che demolire ed aggiustare il tubo quindi intonacare e tinteggiare nuovamente (sempre con pittura traspirante).
Nel caso di umidità per condensa superficiale la “cura” va studiata più attentamente. Per prima cosa, se ha la possibilità, analizzi con un comune igrometro l’umidità relativa presente nel bagno, se è superiore al 55-60% dovrebbe abbassarla arieggiando il locale. Potrebbe trattarsi però anche di un punto freddo del muro a causa di un ponte termico, in questo caso la macchia dovrebbe essere collocata probabilmente in alto nell’angolo tra parete e soffitto. Questa situazione è difficile da correggere perchè probabilmente è dovuta ad una difficoltà costruttiva del cappotto. Sarebbe stato utile aumentare di due o quattro centimetri lo spessore del cappotto sul muro a nord. Si potrebbe anche intervenire con un cappottino interno ma la cosa va studiata per capire se è tecnicamente fattibile.
Può trovare un approfondimento della tematica in questo articolo: https://www.certificazioneenergeticatrento.it/risanare-il-muro-umido/
Salve
Quest’anno è il terzo da quando abbiamo il cappotto esterno EPS da 12cm applicato su intonaco esistente. Tutte la casa riscaldata a 22c° h24.
Però questo inverno nelle due camere da letto, che sono su lati opposti della casa negli angoli tra soffitto e parete sono comparse piccole macchie nere (muffa). (una camera angolo parete esterna, l’altra camera angolo parete interna).
Entrambi gli angoli i più pontanti dalla finestra e dai termosifoni. Senza ostacoli tipo armadio ecc..
Le cose diverse rispetto gli anni precedenti sono
– pittura interna (ora abbiamo Dulux Diamond Eggshell).
– inverno con costante pioggia e nebbia.
Secondo lei possono essere queste le cause?
Perdite nel cappotto non ci dovrebbero essere anche perché è zona alta protetta dalla gronda del tetto.
Ora sto pensando a due interventi:
VMC
Intonaco termo deumidificante (tipo Benessere Bio)
Entrambi molto costosi e il secondo anche molto invasivo.
Capisco che senza vedere è difficile consigliare ma spero che nella sua esperienza professionale magari abbia incontrato un caso simile.
La ringrazio
Il cappotto continua a funzionare ed è importante che ci sia, magari era preferibile uno spessore maggiore. Credo che la situazione cambiata rispetto agli altri anni sia prevalentemente il modo di gestire gli ambienti. La muffa si forma per tre motivi fondamentali: alta umidità, parete fredda e sostanze organiche presenti nell’aria che sono nutrienti per i funghi della muffa. Anche la traspirabilità del paramento interno del muro è molto importante. Il muro non deve essere trattato con pitture poco traspiranti. Utilizzare pitture con coefficiente di resistenza alla diffusione del vapore μ di circa 5-10 o perlomeno paragonabile a quello dell’intonaco sottostate. Non conosco la pittura da lei utilizzata. La situazione cambiata credo sia la minore ventilazione dei locali per effetto del rincaro energetico di questo periodo. Una minore ventilazione provoca un aumento della concentrazione di umidità ed un aumento delle sostanze organiche con conseguente aumento della probabilità di formazione di muffa sulle pareti.
Salve geometra Pedrotti, già da molti anni ho messo un cappotto interno sulla parete a nord della cameretta attaccato direttamente a parete senza camera d’aria e ho adoperato pittura termo isolante fonoassorbente ogni tanto fa un po’ di umidità sull’angolo che non lo messo però tenendo le porte chiuse quando si cucina vedo che funziona, oltre che areare sempre un po’ la stanza, e sopratutto lascio la parete libera
Salve Stefano, la muffa nell’angolo è il classico problema del ponte termico. In questo punto si manifesta un’amplificazione del flusso termico e quindi da li scappa molto calore, conseguentemente il muro si raffredda. Con il raffreddamento del muro si creano le condizioni per l’inizio di formazione di condensa il che costituisce terreno fertile per la formazione di muffa. Non sono particolarmente favorevole all’uso di pittura termoisolante in quanto trattasi di un prodotto basato su nanotecnologie e quindi con particelle più piccole delle pm10. Tali particelle prima o poi si staccano e finiscono nel nostro apparato respiratorio… Arieggiare la stanza fa senz’atro bene, ma attenzione che in inverno se ne va anche il caldo assieme alla muffa. La soluzione è una sola: posare sul muro un adeguato cappotto esternamente alla casa.
Buongiorno Geom. Pedrotti, vorrei un consiglio da parte sua. Ho una camera esposta a nord e le pareti sono sempre fredde, forse perchè sono perimetrali. Ho riscontrato per diverse volte muffe in corrispondenza di un angolo tra due pareti. Ho “raschiato” la pittura in maniera totale, visto che in alcuni punti si era staccata da sola. Ho finito per portate le tre pareti senza lo strato fine di malta. Quali accorgimenti tecnici dovrei adottare per elidere questa problematica? Preferirei componenti naturali. La ringrazio Cristian Da Ala (TN)
Buongiorno Cristian, può raschiare all’infinito quel muro ma se non mette un adeguato cappotto esterno il fenomeno continuerà a manifestarsi. Per ripristinare il muro interno usi prodotti a base calce. Veda i prodotti di Naturali-bau
Salve Egr Corrado Pedrotti,,o acquistato una casetta in campagna,di 100 mq,,,e stata sempre disabitata,,mai apparso nulla..abitandoci io…muffa,,,causata da ponti termici,,,attorno al profilo delle finestre in alluminio,,e alcune pareti,,,,sia negl angoli alti che bassi dal battiscopa sino altezza 1 metro circa….che mi dice ,,,,,stavo gia pensando di fare cappotto…mi consigl,,qui zone umide siamo in sicilia a 800 mt dall altezza mare e temperature invernali max meno 2/3grazie tante
Mi servirebbero molte altre informazioni per capire bene com’è fatto questo edificio (tipo di muro, spessore, come viene utilizzato, a che piano si trova, problemi con gli impianti, risalite capillari dalle fondazioni, ecc…). In generale comunque se intende abitarci in modo continuativo ed evitare la formazione di muffa negli angoli e attorno alle finestre è indispensabile innalzare la temperatura del muro posando un cappotto isolante sull’esterno. Attenzione anche ai serramenti che se sostituiti senza la posa del cappotto aumenteranno il problema di formazione di muffa perchè sigillano l’ambiente bloccando totalmente dei minimi ricambi d’aria presenti con i vecchi serramenti.
Buongiorno, purtroppo mi capita spesso di sentire che il cappotto amplifica i problemi di umidità nei locali, anche da persone che dovrebbero essere “addette ai lavori”. Per tale ragione nel piccolo condominio dove abito, i condomini non sono propensi ad installarlo. Personalmente ho l’impressione che tante imprese che installano cappotti lo fanno senza avere la preparazione adeguata. Cosa ne pensa?
Penso che al giorno d’oggi non si costruiscano più case senza cappotto.
Buongiorno,mio marito insiste x fare il cappotto esterno . La nostra casa a già l intercapedine interna . È il caso di fare anche il cappotto o si formerà la muffa grazie mille.
Non si formerà muffa. Faccia il cappotto e curi la coibentazione del contorno delle finestre.
Buongiorno, abito in un condominio di 30 appartamenti costruito fine anni 70. La struttura esterna è in prefabbricato costituita da pannelli in cemento armato. Alcuni condomini ritengono che mettendo un cappotto esterno si possono creare delle muffe negli appartamenti.Volevo gentilmente sapere un suo parere e se potremmo trarne dei benefici o problematiche . Grato per una cortese risposta. Porgo cordiali saluti
Buongiorno, se mi manda una copia del certificato energetico e la stratigrafia, (cioè gli spessori e materiali della parete) le dimostro matematicamente che il cappotto non darà problemi di muffa. Consulenza gratuita. (info@corroadopedrotti.it)
Ho acquistato una casa nuova classe energetica A4. Nel muro perimetrale esterno (facciata sud) formato da blocco di laterizio di cm 30 e cappotto EPS 100 di spessore cm 12 più rasante di cemento (3 cm) e rivestimento finale colorato, a partire dal marciapiede, si sono formate chiazze di umidità sul muro fino all’altezza di circa 70 cm. Premetto che il marciapiede che si attacca al muro verticale è stato realizzato in betonelle appoggiate su massetto di sottofondo senza battiscopa. Pertanto, tra il marciapiede e la parete verticale non c’è una perfetta sigillatura in quanto gli spazi tra betonelle sono stati riempiti con sabbia.
Questi “aloni” di umidità, che sembrano provenire dal basso, hanno formato delle efflorescenze, inoltre, sono molto evidenti alla mattina presto e durante la giornata in parte si asciugano, per poi ricomparire il giorno dopo.
Le chiedo cortesemente un suo consiglio su quali potrebbero essere le cause della comparsa di umidità in una casa i cui lavori di costruzione sono terminati un anno fa. Ed eventualmente se può suggerirmi nei limiti del possibile indicarmi quali accorgimenti potrei adottare per porre rimedio a tale inconveniente
La sua descrizione è molto precisa e dettagliata, ma la casistica non è comune e non riesco, senza metterci le mani, a farmi una chiara idea del problema di umidità. Stando alle sue indicazioni propendo sia proprio il problema di attacco a terra del muro fatto male il quale genera una risalita capillare di acqua. Non credo sia umidità di condensa superficiale dovuta al ponte termico. Bisogna indagare sul posto.
Aggiungo anche una cosa sull’edificio con certificato energetico in classe A4, in realtà i calcoli per determinare la classe energetica fatti su un edificio esistente non prendono in considerazione la verifica del rischio muffa, mentre un edificio nuovo che viene realizzato originariamente in classe alta (A) da anche garanzia sull’assenza di muffa. Va anche detto che la conduzione dei locali va fatta in modo normale cioè con le dovute ventilazioni (meccaniche o naturali).
Geometra Pedrotti buongiorno,
presso l’edificio dove abito stanno realizzando i lavori per il Superbonus 110%. Il problema che vorrei sottoporle e’ il seguente: avendo realizzato recentemente il rifacimento della pavimentazione del balcone ed avendo collocato su parte di esso un grigliato in legno a pannelli con parti frangivista ho contattato l’ingegnere progettista responsabile, esponendo la mia volontà di non voler procedere al rifacimento della sola pavimentazione del balcone, anche perché dovrei smantellare la struttura in legno in argomento, senza poi poterla rimettere in sede, posto che col cappotto termico realizzato sulle superfici verticali del balcone, le sue dimensioni originarie non saranno più le stesse. L’ingegnere in questione ha risposto che posso non procedere al rifacimento della superficie calpestabile del balcone e del suo isolamento termico, ma che per far ciò, dovrò fornirgli una dichiarazione liberatoria in cui esonero da ogni responsabilità per rischi di condensa sul sottobalcone del piano sottostante i progettisti, l’impresa esecutrice, il direttore dei lavori e l’asseveratore.
Sono rimasta interdetta, dovrò per forza fare questa dichiarazione? Sinceramente, penso si tratti di una richiesta esagerata che mi sottopone ad una “spada di Damocle” in eterno, poiché potrei essere chiamata a rispondere di eventuali danni anche in futuro dopo aver venduto l’immobile.
Le sarei grata se potesse aiutarmi a risolvere al meglio la problematica e se potesse illuminarmi su cosa rispondere in merito. Grazie Paola Lucentini
Non entro nel merito.
Ho appena fatto mettere il cappotto esterno e sotto il tetto, ottimo il calore interno, ma sistemando l’impianto elettrico dai tubi del telefono cola giù acqua di condensa. È normale?
Quale rimedio?
Grazie Liliana
Si è normale, ma non è di certo desiderabile ed anche pericoloso che coli acqua di condensa dalle canaline elettriche. Vedi questo articolo https://www.certificazioneenergeticatrento.it/problemi-evitabili-con-edificio-in-classe-a/